domenica 10 giugno 2012

II dopo Pentecoste


Il lezionario ambrosiano nel tempo dopo la Pentecoste
L’itinerario che ci fa correre lungo le tappe principali della storia della salvezza.

Mettere sul naso le lenti giuste per comprendere che, sotto le apparenze, nelle vene della nostra storia, scorre il fiume della salvezza di Dio, della sua amicizia con noi. Non si tratta di essere ottimisti ma piuttosto di stringere fra le mani la certezza che Dio ci ama e lotta dalla nostra parte, cammina con noi, ha deciso di sporcarsi le mani con la nostra vita, non ci guarda come un signore dalla balconata del suo palazzo, altro e altrove. Sa cosa significa la nostra gioia, il nostro dolore, la nostra sete di verità e di felicità, e ci dona una rotta, una speranza. Svegliarci ogni mattina con questa certezza ci riscatta dalla tentazione di sentirci sconfitti e inutili.
E ancora, sostare sulla storia della salvezza ci permette di riscoprirci protagonisti anche noi di questa trama. Noi siamo chiamati ogni giorno a scrivere assieme a Dio una riga in più di questo amore per l’umanità con la nostra vita, la nostra vocazione, le nostre scelte in autenticità. Il nostro Dio è così. Ha deciso di non voler fare a meno di noi. Noi valiamo e quello che non compiremo noi nessun altro lo porterà a termine al nostro posto. In questo senso riscopriamo il ruolo fondamentale di assecondare lo Spirito nella nostra vita.

Il tema della Creazione, prima tappa della storia della salvezza
Una creazione che è stata creata con sapienza. Guardati attorno e riconosci che nulla è per caso ma che tutto è per te e tutto ti racconta l’amore del Padre. Mi colpisce molto il passaggio in cui si dice che Dio crea dividendo. Mi piace l’idea che la creazione non avviene per somma di cose ma per distinzione. La luce e le tenebre, il cielo e la terra, la terra e le acque e infine l’uomo e la donna. Dio divide ma non per contrapporre ma per creare comunione. È davvero un miracolo quando un uomo e una donna si amano perché diversi e la loro differenza diventa occasione di arricchimento, di completamento. È davvero un miracolo quando nella comunità si ha il coraggio non di chiudersi a chi la pensa differentemente da noi ma di fare convivialità con lui e così essere Chiesa. La tua differenza diventa il motivo per cui io ti amo e perché assieme possiamo testimoniare l’amore del Padre. Come dice Erri De Luca in una sua poesia due non è la somma ma il contrario di uno, perché in due è vinta la solitudine. Chi fa di ogni motivo un’occasione di contrapposizione esasperando la sua posizione commette un crimine contro la comunione, contro la creazione che non si è esaurita nell’arco di 7 giorni. 
Anche Paolo, nel suo inizio della lettera ai Romani, sottolinea il tema della perfezione della creazione rimproverando i pagani perché in essa avrebbero potuto riconoscere Dio e invece si sono persi nei loro ragionamenti. Forse per noi, alla lettera, questo discorso ci può apparire davvero lontano. Però anche a noi può capitare a volte di non riuscire ad andare oltre la creatura e di non leggere nella trama più segreta della sua bellezza le tracce della mano di Dio. L’altro è un dono che è stato pensato per te dall’infinito e dall’eternità.
E infine nel brano di Vangelo, oltre la singole parole che dovremmo tutti noi scrivere come frontespizio della nostra personalissima regola di vita, mi suggestiona lo sguardo di Gesù sulla creazione. Tutto gli parlava del Padre e del suo amore. E per questo la bellezza dei fiori, la semplicità degli uccelli del cielo diventavano la predica più eloquente a vivere nella libertà e nella certezza di essere creature amate custodite da sempre nel palmo della mano di Dio.

Ma c’è un ultimo accenno che vorrei fare in conclusione.
L’uomo è il punto più alto della creazione. Tutto è per la sua gioia. il rispetto del creato passa necessariamente dalla lotta contro tutto ciò che calpesta la dignità dell’uomo. Asciugare le lacrime dei poveri è restituire alla creazione una parte seriamente compromessa. Promuovere la giustizia è in linea con la Parola di quest’oggi. Denunciare tutto quello che calpesta la felicità dell’altro, pensare che la mia gioia non può mai essere senza la gioia del mio fratello è importante come celebrare i sabati e le feste. i nostri adolescenti e gli adulti che nei prossimi giorni faranno di tutto per dare un sorriso ai nostri piccoli o che più tardi porteranno uno scampolo di gioia all’Aquila o a Sarajevo scriveranno una pagina in più sulla Provvidenza di Dio e ritroveranno anche loro stessi come creature bellissime.