A parte questa suggestione,
Israele in quella terra deve lottare. Dio è dalla sua parte ma non gli è
risparmiata la fatica della conquista, la dimensione della lotta. E la pagina
di oggi ci racconta proprio un momento di guerra nata da un’alleanza a Gabaon. Sono
molte le domande che potremmo porci riguardo alla Verità del nostro Dio, a quale
sia realmente il suo volto, al suo presentarsi oggi come un Dio che muove alla
guerra e distrugge i nemici con forza implacabile. Ma su questo credo che si
possa rispondere che la comprensione dell’uomo di Dio è tutta in divenire e che
questo testo leggendario coglie alcuni aspetti della rivelazione che poi sono
si sono affinati e sono giunti a pienezza nella rivelazione cristiana: Paolo e
Gesù nel Vangelo ci dicono che la vera lotta è la perseveranza nella
tribolazione, nella fatica di conservare la fede, di resistere contro tutto ciò
che in noi e attorno a noi tenta di raffreddare il nostro cuore.
Vorrei piuttosto lasciarmi afferrare
da alcune suggestioni molto affascinanti che la Parola di oggi ci consegna.
1 la fede non ti esenta dalla
condizione della sofferenza. Anzi, talvolta Dio ti fa passare di deserto in
deserto e ti costringe a lottare con tutto te stesso. Perché l’uomo di fede a
volte vive la sensazione che le tenebre del suo cuore sono pari alle luci e non
riesce a fare una sintesi, vive sulla sua pelle il dramma dell’incredulità pur
non rassegnandosi all’ateismo ma cercando sempre un motivo in più per credere. Un
altro motivo di lotta è senz’altro contro il male che abita nel nostro cuore e
che riconosciamo molto bene ma a cui spesso cediamo il passo nel quotidiano. Ci
assale a volte lo sgomento, la disperazione, sappiamo che non ce la faremo mai
da soli e per questo siamo tentati di mollare il colpo. Ma qui la cosa più importante
da capire è che non ci salveremo con le nostre forze ma solo arrendendoci alla
Grazia di Cristo. Infine l’uomo di fede talvolta, venendo dal futuro, sente
bruciare sulla sua pelle il dramma dell’ingiustizia e si veste di profezia per
denunciare il mondo e la sua logica di potere, denaro e apparenza. E questo lo mette
spesso ai margini e lo costringe a soffrire: come tacere e come assecondare il
mondo se hai visto che il pensiero di Dio è altro e in ogni tempo c’è sempre
qualcuno che calpesta la dignità dell’uomo?
2 la lotta del credente e la
certezza di essere sostenuto. Come Giosuè
e tutto Israele lottano ma al loro fianco riscoprono Dio che interviene
con segni prodigiosi. E come dice Paolo nulla ci può separare dall’amore di Cristo.
Proviamo allora ad andare con la memoria ai momenti di grande difficoltà. Chi di
noi non ha mai sentito ad un certo punto la mano di Cristo stretta alla sua. Oppure
chi non ha mai vissuto l’esperienza di incontrare uomini e donne molto provati
ma con una fede immensa e capace di lasciaric a bocca aperta ocme uno splendido
fiore nel deserto.
3 il credente è a immagine di
Cristo: un perdente rispetto alle logiche del mondo ma uno che sa che alla fine
è quando ti doni con amore che ti ritrovi e salvi il mondo. Dalla tua lotta che
alla fine t porta a donarti senza trattenere nulla, a credere che l’unica forza
che vince il mondo è l’amore e proprio per questo ti consegni per amore,
tacendo, sapendo che per l’oggi l’importante è seminare. Altri poi
raccoglieranno.
Dio non si è rivelato per
togliere la sofferenza e nemmeno per spiegarcela: Dio si rivela per abitarla
assieme a noi.