E proprio a un Signore così
vorrei, questa sera, consegnare la mia preghiera e la mia vita.
Io non credo più ai segni del potere mi convince il potere dei segni,
del segno della croce
Signore, questa sera di fronte
alla pagina di questo Vangelo, allo scarno ma evocativo discorso che è la tua
croce, sento il peso quasi scandaloso dell’alternativa che tu sei stato per
noi. Non hai mai ricercato il potere, non hai mai assecondato la tentazione di
schiacciare con la forza la libertà dei tuoi figli. Sei passato in mezzo a noi
e ti sei messo all’ultimo posto, fino alla fine, per poter servire ognuno e
particolarmente chi la vita ha inchiodato a mille delusioni o alla povertà o
condannato all’esclusione e alla sofferenza. Hai invece pensato ogni giorno di
regalarci segni di un amore paziente, di un lento seminare, di un investimento
nella tua creatura e nella sua dignità. Hai
scelto il potere dei segni. E alla fine il segno della croce. Quando cioè
hai capito che oltre ogni parola bisognava consegnarsi, spalancare le braccia,
ritrarti perché noi potessimo dire liberamente il nostro sì e convincerci che
Dio non ha altre pretese su di noi se non quella di amarci e fare comunione, ti
sei lasciato inchiodare. E da quella prospettiva dici il perdono, dici una
misericordia senza fine, inauguri il tempo di un mondo nuovo e di un modo nuovo
di amare. Perdonami per tutte le volte che batto il sentiero opposto, per
quando mi lascio convincere, oltre le migliori intenzioni e i discorsi più
belli, che conta alla fine solo chi ha successo, apparenza e potere. Perdona quando
le nostre comunità vivono cercando consolazione nei numeri o nelle conferme
degli applausometri. Perdona per quando la tua Chiesa si fa ancora connivente
con il potere e i suoi segni e dimentica che solo facendo sua come te, in
memoria tua, la sua croce potrà tornare ad essere credibile.
Io non credo più in Dio, credo nel Dio crocifisso
Mi sento di dirti questo,
Signore, questa sera. Non credo più in Dio perché ho incontrato la povertà
senza riscatto; ho incontrato i piccoli che pagano l’ingiustizia dei grandi nei
termini della fame, della violenza, della disperazione; ho visto che l’uomo può
decidere di distruggersi senza che nessuno possa fermarlo; ho visto in non
pochi giovani la noia che li uccide. Ho visto e non credo più in Dio…credo nel Dio crocifisso, che dà
risposta alla mia ricerca di verità, che si fa compagno proprio di questi
ultimi, che dà senso e valore alla sofferenza se vissuta con amore, che quando si abbassa è allora che riceve vita
e risurrezione ed è preludio di un’alba di rivoluzione, che mi indica un
cammino diverso e mi dona le lenti nuove con cui posso giudicare il mondo non
in modo superficiale ma con gli occhi di chi scopre, dietro alle ferite, le
feritoie di luce, dietro alle crepe e al diroccamento il progetto di un nuovo
edificio.
Io non ho paura…so che mi abbraccia il perdono
Se mi perdo nell’infinito
delle mie debolezze e dei miei limiti, se lascio che in me risuoni solo l’eco
dei miei sbagli, se conto il tempo perso dietro a tutto ciò che non ha valore
provo paura e angoscia. Io non ho paura
e mi sento come un bambino felice se invece lascio dilagare in me la tua voce
che al ladro e a tutti i derelitti della storia come me promette perdono,
abbraccio, vita nuova, eternità, riscatto strappato all’ultimo istante; perché ciò
che conta non è il tracciato del percorso e se è segnato da buche, tornanti e
sentieri senza via d’uscita ma solo arrivare alla meta e farsi raccogliere da
te.
Io non ho più così paura a scegliere di spezzarmi come te.
Perché tu
hai aperto una strada e altri dietro di te ti hanno seguito e mi danno il
coraggio di dire il mio sì e ogni giorno prendere il mio destino e decidere di
mettermi in gioco per amore, costi quel che costi.