Il nostro cammino fra le tappe della storia della salvezza per comprendere che Dio c’è ed agisce e la sua storia scorre come un fiume nascosto nelle vene della nostra storia. Con queste lenti sul naso cambia davvero tutto: le nostre relazioni, il nostro modo di abitare la città, di leggere la nostra vita, il nostro senso del tempo.
Abramo e la sua chiamata: l’ostinazione di un Dio che continua a scommettere sull’uomo aldilà del suo peccato e delle fratture. Abramo, un uomo solo, attraverso cui Dio va alla ricerca di tutti gli uomini per renderli figli. I sì a Dio di ogni singolo uomo sono porte spalancate perché il mondo trovi salvezza. I no, al contrario, sono porte chiuse definitivamente col chiavistello non solo a noi ma anche ai nostri fratelli. È l’azzardo sulla libertà dell’uomo che Dio ha deciso di darsi…questa costante si conserva lungo tutte le pagine della Parola: da Abramo a Maria, dai discepoli a noi! Se comprendessimo quanto è cosa grande la nostra piccola goccia per l’oceano sentiremmo un brivido ogni volta che accettiamo di vivere fino in fondo la responsabilità della nostra vocazione oppure al contrario ogni volta che la paura o la mediocrità frenano il nostro slancio!
Vorrei però provare a fotografare il volto di questo Dio che chiama Abramo per trovare le coordinate del nostro rapporto con lui.
1 Un Dio, il nostro, che si fa prossimo all’uomo e si rivela nell’ambivalenza del termine: si mostra e allo stesso tempo si nasconde. Dio non si impone mai ma si propone, non irrompe ma entra con estrema delicatezza nella trama della nostra vita ponendo sul nostro sentiero segni che suscitano interrogativi.
2 Una rivelazione progressiva che domanda comunione. Se Abramo avesse fatto passare uno dopo l’altro gli episodi in cui Dio si è rivelato nella sua vita avrebbe potuto stringere fra le mani una vera e propria storia coerente e completa: da quel giorno in cui è stato chiamato ad uscire e ad andarsene fino alla nascita di Isacco e alla certezza di avere una discendenza numerosa come le stelle del cielo Dio gli appare fedele e pronto a fare comunione con lui. Dio cammina accanto a noi e ogni giorno ci dona piccoli semi della sua presenza. Sta a noi raccoglierli in unità e allora sussulteremo di gioia nel sapere che Dio non ci ha mai abbandonati e che ci chiama a vivere in amicizia con lui.
3 Una rivelazione carica di promessa che esige la fede. È costato ad Abramo lasciare la sua terra per mettersi in cammino. È il prezzo della fede che ci fa camminare a volte nel buio ma in obbedienza ad una voce che ti guida e spinge ad andare sempre oltre. La fede non è in opposizione alla ragione, alla logica, eppure è un pizzico oltre e ti fa compiere dei salti apparentemente folli in cui ti sembra di perdere tutto. E magari è proprio così: per fede puoi perdere il tuo vecchio mondo quando ancora non poggi i piedi sul nuovo. È un rischio che si corre ma per amore. In questo senso possiamo comprendere l’eco del Vangelo che abbiamo ascoltato quest’oggi. Seguire il figlio dell’Uomo è accogliere la logica di essere randagi ma per amore, è una scelta da vivere qui e ora in un battibaleno perché l’occasione perduta non può ripresentarsi.
4 Una rivelazione in cui il primo a mettersi in gioco è Dio su cui puoi sempre scommettere. Infine, se incorniciassimo questa pagina di Genesi nell’orizzonte di tutto il ciclo di Abramo, ci accorgeremmo che in molti episodi la fede di Abramo vacilla oppure sente la tentazione di percorrere scorciatoie che non lo porteranno molto lontano (il figlio da Agar soprattutto). Ma se Abramo perde terreno Dio è sempre solido come una roccia a cui aggrapparsi. Dio giura su se stesso di non scordare la sua amicizia con Abramo. Ed è questo l’unico punto fermo! Anche noi abbiamo una storia segnata da costanti frenate e bruschi ritorni sui nostri passi. Ma Dio è sempre oltre il nostro fallimento, pronto a risollevarci: solo su di lui possiamo scommettere.
Il più vecchio si chiamava Frank e aveva vent'anni. Il più giovane era Ted e ne aveva diciotto. Erano sempre insieme, amicissimi fin dalle elementari. Insieme decisero di arruolarsi nell'esercito. Partendo promisero a se stessi e ai genitori che avrebbero avuto cura l'uno dell'altro. Furono fortunati e finirono nello stesso battaglione. Quel battaglione fu mandato in guerra. Una guerra terribile tra le sabbie infuocate del deserto. Per qualche tempo Frank e Ted rimasero negli accampamenti protetti dall'aviazione. Poi una sera venne l'ordine di avanzare in territorio nemico. I soldati avanzarono per tutta la notte, sotto la minaccia di un fuoco infernale. Al mattino il battaglione si radunò in un villaggio. Ma Ted non c'era. Frank lo cercò dappertutto, tra i feriti, fra i morti. Trovò il suo nome nell'elenco dei dispersi. Si presentò al comandante. "Chiedo il permesso di andare a riprendere il mio amico", disse. "E' troppo pericoloso", rispose il comandante. "Ho già perso il tuo amico. Perderei anche te. Là fuori stanno sparando". Frank partì ugualmente. Dopo alcune ore trovò Ted ferito mortalmente. Se lo caricò sulle spalle. Ma una scheggia lo colpì. Si trascinò ugualmente finò al campo. "Valeva la pena morire per salvare un morto?", gli gridò il comandante. "Sì" sussurrò, "perché prima di morire, Ted mi ha detto: Frank, sapevo che saresti venuto".
Questo diremo a Dio in quel momento: "Sapevo che saresti venuto".
Abramo e la sua chiamata: l’ostinazione di un Dio che continua a scommettere sull’uomo aldilà del suo peccato e delle fratture. Abramo, un uomo solo, attraverso cui Dio va alla ricerca di tutti gli uomini per renderli figli. I sì a Dio di ogni singolo uomo sono porte spalancate perché il mondo trovi salvezza. I no, al contrario, sono porte chiuse definitivamente col chiavistello non solo a noi ma anche ai nostri fratelli. È l’azzardo sulla libertà dell’uomo che Dio ha deciso di darsi…questa costante si conserva lungo tutte le pagine della Parola: da Abramo a Maria, dai discepoli a noi! Se comprendessimo quanto è cosa grande la nostra piccola goccia per l’oceano sentiremmo un brivido ogni volta che accettiamo di vivere fino in fondo la responsabilità della nostra vocazione oppure al contrario ogni volta che la paura o la mediocrità frenano il nostro slancio!
Vorrei però provare a fotografare il volto di questo Dio che chiama Abramo per trovare le coordinate del nostro rapporto con lui.
1 Un Dio, il nostro, che si fa prossimo all’uomo e si rivela nell’ambivalenza del termine: si mostra e allo stesso tempo si nasconde. Dio non si impone mai ma si propone, non irrompe ma entra con estrema delicatezza nella trama della nostra vita ponendo sul nostro sentiero segni che suscitano interrogativi.
2 Una rivelazione progressiva che domanda comunione. Se Abramo avesse fatto passare uno dopo l’altro gli episodi in cui Dio si è rivelato nella sua vita avrebbe potuto stringere fra le mani una vera e propria storia coerente e completa: da quel giorno in cui è stato chiamato ad uscire e ad andarsene fino alla nascita di Isacco e alla certezza di avere una discendenza numerosa come le stelle del cielo Dio gli appare fedele e pronto a fare comunione con lui. Dio cammina accanto a noi e ogni giorno ci dona piccoli semi della sua presenza. Sta a noi raccoglierli in unità e allora sussulteremo di gioia nel sapere che Dio non ci ha mai abbandonati e che ci chiama a vivere in amicizia con lui.
3 Una rivelazione carica di promessa che esige la fede. È costato ad Abramo lasciare la sua terra per mettersi in cammino. È il prezzo della fede che ci fa camminare a volte nel buio ma in obbedienza ad una voce che ti guida e spinge ad andare sempre oltre. La fede non è in opposizione alla ragione, alla logica, eppure è un pizzico oltre e ti fa compiere dei salti apparentemente folli in cui ti sembra di perdere tutto. E magari è proprio così: per fede puoi perdere il tuo vecchio mondo quando ancora non poggi i piedi sul nuovo. È un rischio che si corre ma per amore. In questo senso possiamo comprendere l’eco del Vangelo che abbiamo ascoltato quest’oggi. Seguire il figlio dell’Uomo è accogliere la logica di essere randagi ma per amore, è una scelta da vivere qui e ora in un battibaleno perché l’occasione perduta non può ripresentarsi.
4 Una rivelazione in cui il primo a mettersi in gioco è Dio su cui puoi sempre scommettere. Infine, se incorniciassimo questa pagina di Genesi nell’orizzonte di tutto il ciclo di Abramo, ci accorgeremmo che in molti episodi la fede di Abramo vacilla oppure sente la tentazione di percorrere scorciatoie che non lo porteranno molto lontano (il figlio da Agar soprattutto). Ma se Abramo perde terreno Dio è sempre solido come una roccia a cui aggrapparsi. Dio giura su se stesso di non scordare la sua amicizia con Abramo. Ed è questo l’unico punto fermo! Anche noi abbiamo una storia segnata da costanti frenate e bruschi ritorni sui nostri passi. Ma Dio è sempre oltre il nostro fallimento, pronto a risollevarci: solo su di lui possiamo scommettere.
Il più vecchio si chiamava Frank e aveva vent'anni. Il più giovane era Ted e ne aveva diciotto. Erano sempre insieme, amicissimi fin dalle elementari. Insieme decisero di arruolarsi nell'esercito. Partendo promisero a se stessi e ai genitori che avrebbero avuto cura l'uno dell'altro. Furono fortunati e finirono nello stesso battaglione. Quel battaglione fu mandato in guerra. Una guerra terribile tra le sabbie infuocate del deserto. Per qualche tempo Frank e Ted rimasero negli accampamenti protetti dall'aviazione. Poi una sera venne l'ordine di avanzare in territorio nemico. I soldati avanzarono per tutta la notte, sotto la minaccia di un fuoco infernale. Al mattino il battaglione si radunò in un villaggio. Ma Ted non c'era. Frank lo cercò dappertutto, tra i feriti, fra i morti. Trovò il suo nome nell'elenco dei dispersi. Si presentò al comandante. "Chiedo il permesso di andare a riprendere il mio amico", disse. "E' troppo pericoloso", rispose il comandante. "Ho già perso il tuo amico. Perderei anche te. Là fuori stanno sparando". Frank partì ugualmente. Dopo alcune ore trovò Ted ferito mortalmente. Se lo caricò sulle spalle. Ma una scheggia lo colpì. Si trascinò ugualmente finò al campo. "Valeva la pena morire per salvare un morto?", gli gridò il comandante. "Sì" sussurrò, "perché prima di morire, Ted mi ha detto: Frank, sapevo che saresti venuto".
Questo diremo a Dio in quel momento: "Sapevo che saresti venuto".