1Gesù, un insegnamento oltre la superficie
Se erano tanti i rabbi che si intendevano di legge, Gesù era uno di quelli che non si fermava alla superficie ma penetrava le questioni, conosceva la via che conduceva dritto al mistero del Padre, al suo cuore appassionato per la sua creatura, per poi offrire una interpretazione liberante e radicale assieme, inedita comunque e spesso provocatoria.
Qualche esempio
Avete inteso che fu detto non uccidere, ma io vi dico…
Quel “ma io vi dico”, avversativo, è di uno sicuro di sé, di uno che sa le cose del Padre suo e va a fondo della questione perché si può uccidere anche solo con le parole
Oppure, ed è la questione di oggi, l’interpretazione del sabato. Dio, dopo aver suscitato la vita, la bellezza, la complessità del creato e dopo averla composta in sintonia, ha dato forma all’uomo. E solo allora si è riposato. Si riposa per entrare in dialogo con la sua creatura, perché finalmente ha trovato chi gli sta di fronte e non semplicemente sottomesso, ha dato vita, con le sue mani, a uno che gli è uguale, è a propria immagine e somiglianza. Il riposo del sabato è per fare spazio nella tenda del proprio cuore al dialogo con un Dio così e per riappropriarsi della propria dignità che talvolta il frastuono e la routinarietà umiliano o mettono in ombra.
Si capisce perché è assurdo chiedersi se sia giusto guarire in giorno di sabato, salvare una vita o perderla, schierarsi dalla parte di chi soffre e alleviare il suo dolore. È andare al fondo delle cose e riportare alla luce la verità di un precetto.
2 i farisei e le tradizioni, perché.
Eppure questi uomini, che non erano cattivi, anzi, erano giusti e desideravano seriamente fare della volontà di Dio la loro vita, avevano tradito il senso vero della legge con un’interpretazione rigida che era diventata fine a se stessa. Credo che, da una parte sia più facile sottomettersi alla legge e starci dentro con ogni scrupolosità piuttosto che gestire la propria libertà ponendosi interrogativi di coscienza, e dall’altra che sia più facile credere nel Dio delle norme minuziose perché comunque lì dentro è confinato, non gli si permette di interagire con il mondo della propria libertà, dei propri affetti, della propria intelligenza. In fondo, un Dio legislatore anche se appare come opprimente, sicuramente è meno esigente, pretende di meno dalla propria creatura, coinvolge non oltre la superficie e, di se stessi, del proprio cuore, delle proprie scelte, si rimane in fondo padroni.
3 e l’uomo stende la sua mano, in obbedienza.
Questo è l’esito del racconto. Contrapposto a quella schiera di sapienti sta quest’individuo semplice, non parla nemmeno nel racconto che abbiamo ascoltato, che fa come Gesù gli dice, che oppresso si trova libero, che offeso nella sua dignità da una malattia che Dio non vuole – perché Dio è Padre che non chiede la sofferenza ma si fa compagno del nostro dolore e ci insegna a viverlo a fronte alta, come protagonisti – ritrova i tratti del suo essere figlio.
4 il pensiero va alla società civile e quando certe leggi o procedure umiliano l’uomo.
Una burocrazia che rallenta o toglie quanto al cittadino è dovuto, come, per esempio la casa – so di andare controcorrente in un paese che etichetta i rom come cani, e comunque ladri, indegni di stare fra noi così civili ed evoluti – ma il mio pensiero va anche a quei 4 bambini bruciati vivi a Roma dopo 30 sfratti e ricoveri provvisori.
Leggi nate per saziare la nostra ansia di sicurezza che etichettano come criminale e clandestino chiunque straniero arrivato da noi per altre vie senza interrogarsi sul perché del suo esodo.
I mille cavilli creati dalla prepotenza di chi detiene il potere economico che rendono precario il lavoro dei nostri giovani e li umiliano rendendoli bamboccioni ben oltre l’età dell’adolescenza
Quando l’economia mondiale affama i più deboli e si alzano le mani in segno di resa come se a capo di quelle leggi non ci fossero menti pensanti che potrebbero decidere di dare un altro corso alle cose, oltre il proprio ingente profitto.
Cosa ha da dire la Chiesa di fronte a tutto questo? Ben oltre prese di posizione ufficiali e ambigue, penso che vada riscoperta la capacità di porre dei segni, la forza della profezia, il coraggio della denuncia e l’intelligenza di progetti che interrogano la società civile. Oggi è la giornata della solidarietà. Mi piacerebbe che dalla nostra solidarietà si affermasse la dignità dell’uomo per cui Gesù ha tanto combattuto e che ci chiede di onorare sempre.
5 ma non posso non pensare anche a certe leggi della Chiesa, a certe procedure d’ufficio, a certi silenzi opportunistici e a certe licenze che ci si dà anche in campo economico per arroccarsi sui propri privilegi… e mi chiedo se tutto ciò è per l’uomo e la sua gioia.
Credo che i passi da compiere siano molti in questa direzione, in obbedienza a un Vangelo liberante ed esigente assieme.
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