La proposta della Parola che ha segnato le tappe di questo cammino nasceva, nella Chiesa antica, come un itinerario di illuminazione soprattutto per chi avrebbe dovuto ricevere il Battesimo nella notte di Pasqua.
Per noi che abbiamo già ricevuto la fede questo cammino è un appello profondo perché non smarriamo la nostra vocazione ad essere figli. Sappiamo infatti quanto la vita è complessa e quanti nodi possono stringere la nostra libertà e rattrappirla come le ali quando si spezzano. Sappiamo che spesso ci troviamo al bivio di scelte che possono compromettere i sogni e svenderli. Sappiamo che è sempre in agguato il rischio che si affievolisca la passione per la Verità e che si sclerotizzi la voglia di essere autentici. Quaresima è dunque conversione ma che, più per sforzo moralistico, nasce dalla nostalgia profonda, dalla voglia di tornare a bere con le mani non più a cisterne che sporcano l’acqua ma direttamente alla sorgente. I no che trovi il coraggio di dirti in questo tempo sono tutti in vista di un sì, sono la premessa per una vita diversa, più bella.
Per questo mi piace considerare questi Vangeli come appuntamenti in cui la Parola ti mette con le spalle al muro e getta su di te la luce che ti permette di vedere con chiarezza in quali passaggi la tua libertà si è imbrigliata, a quali ceppi il tuo piede è rimasto legato. Oggi le parole di questo racconto di guarigione vogliono liberare il tuo sguardo, renderti la prospettiva giusta in cui metterti per comprendere chi è Dio, che sei tu e chi è il fratello che ti è dato come compagno di viaggio.
Il cieco nato, o meglio, l’uomo che fu cieco.
Il racconto di Giovanni è
davvero una stanza piena di perle preziose ; si resta quasi abbagliati dalla
loro bellezza e si prova una certa difficoltà nel doverne scegliere solo alcune
piuttosto che lasciarne altre. Ma questa Parola può farci compagnia per tutta
la settimana e affido ciascuno alla sua forza.Il suo itinerario spirituale è rintracciabile attorno ai titoli che attribuisce a Gesù: per lui è anzitutto un uomo, ma poi, comprende che in lui abita un mistero più profondo: forse è un profeta anzi, è addirittura il Figlio di Dio davanti al quale si prostra in un atto che ricorda Mosè di fronte al roveto ardente, è il Dio con noi sicuramente il Dio per lui, la carezza che lo tocca, la mano che si stringe alla sua e non lo lascia più.
Il suo itinerario può essere
anche il nostro.
Chi è per te Gesù? Le lenti
con cui leggi il suo Mistero gli rendono verità oppure la distorcono? È evidente
che Gesù per noi è Figlio di Dio, forse troppo evidente a rischio di diventare
scontato e non bruciarti più addosso. C’è un’abitudine che ci fa perdere il
senso dello scandalo nel dire che Gesù è Dio. Dobbiamo recuperare la certezza
che lui non sia solo un’idea ma è stato accadimento nella storia, che i suoi
passi hanno davvero calcato il proscenio di questo mondo. E la sua Parola, come
quella di un profeta, sa dare un senso al nostro cammino, tocca il nostro oggi.
Gesù è Dio per te, ha a che fare con la tua vita, ha una direzione di novità
che colora i tuoi giorni. È anche accadimento nella tua storia, vocazione ad
una vita diversa, è un tu con cui relazionarti e da cui lasciarti incontrare.
Il cieco, per questa nuova
fede, viene cacciato fuori, viene allontanato perché ha osato infrangere le
convinzioni di chi pretendeva di sapere, perché viene avvertito come pericoloso
e sovversivo.
Se lasci dilagare in te la
luce del Vangelo preparati a pagare le conseguenze. Cambierà il modo con cui guardi
te stesso e quindi il mondo. Tu non sei più semplicemente un individuo ma sei,
con tutta la tua umanità, persona, porti in te, come marchio indelebile, il
bisogno di una relazione con un altro che non può essere più un estraneo ma che
ti è fratello: dalla sua felicità dipende anche la tua! E il bisogno di una
relazione con l’Altro, un Dio che per te diventa Padre e smette i panni del
Giudice severo e distaccato. E questo è pericoloso per chi vorrebbe confinare
Dio in un oltre che non tocca la storia; per chi vede l’altro come un nemico o
un concorrente alla tua realizzazione.
Fuori con Gesù il cieco nato
probabilmente incontra la comunità di tutti i piccoli e i semplici che, come
lui, sono la compagnia di Gesù.
Se anche tu hai il coraggio di
uscire dal sistema delle convenzioni inizierai a guardare la Storia con lo
sguardo degli ultimi sapendo che la debolezza è la forza di Dio e che devi
mettere mano ad una rivoluzione che attende il tuo sì per ridare alla storia le
coordinate della Storia della salvezza.
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