domenica 10 marzo 2013

quarta di quaresima

Siamo oltre la metà di questa traversata nel deserto che è la Quaresima. Il deserto, per la Parola, non è solo luogo di difficoltà e di stenti: è spazio in cui Dio rivela il suo volto, è il luogo del fidanzamento, dei grandi sogni, forse delle illusioni, comunque luogo di promesse che riempiono di senso i tuoi giorni.
La proposta della Parola che ha segnato le tappe di questo cammino nasceva, nella Chiesa antica, come un itinerario di illuminazione soprattutto per chi avrebbe dovuto ricevere il Battesimo nella notte di Pasqua.
Per noi che abbiamo già ricevuto la fede questo cammino è un appello profondo perché non smarriamo la nostra vocazione ad essere figli. Sappiamo infatti quanto la vita è complessa e quanti nodi possono stringere la nostra libertà e rattrappirla come le ali quando si spezzano. Sappiamo che spesso ci troviamo al bivio di scelte che possono compromettere i sogni e svenderli. Sappiamo che è sempre in agguato il rischio che si affievolisca la passione per la Verità e che si sclerotizzi la voglia di essere autentici. Quaresima è dunque conversione ma che, più per sforzo moralistico,  nasce dalla nostalgia profonda, dalla voglia di tornare a bere con le mani non più a cisterne che sporcano l’acqua ma direttamente alla sorgente. I no che trovi il coraggio di dirti in questo tempo sono tutti in vista di un sì, sono la premessa per una vita diversa, più bella.  
Per questo mi piace considerare questi Vangeli come appuntamenti in cui la Parola ti mette con le spalle al muro e getta su di te la luce che ti permette di vedere con chiarezza in quali passaggi la tua libertà si è imbrigliata, a quali ceppi il tuo piede è rimasto legato. Oggi le parole di questo racconto di guarigione vogliono liberare il tuo sguardo, renderti la prospettiva giusta in cui metterti per comprendere chi è Dio, che sei tu e chi è il fratello che ti è dato come compagno di viaggio.

Il cieco nato, o meglio, l’uomo che fu cieco.
Il racconto di Giovanni è davvero una stanza piena di perle preziose ; si resta quasi abbagliati dalla loro bellezza e si prova una certa difficoltà nel doverne scegliere solo alcune piuttosto che lasciarne altre. Ma questa Parola può farci compagnia per tutta la settimana e affido ciascuno alla sua forza.

Il suo itinerario spirituale è rintracciabile attorno ai titoli che attribuisce a Gesù: per lui è anzitutto un uomo, ma poi, comprende che in lui abita un mistero più profondo: forse è un profeta anzi, è addirittura il Figlio di Dio davanti al quale si prostra in un atto che ricorda Mosè di fronte al roveto ardente, è il Dio con noi sicuramente il Dio per lui, la carezza che lo tocca, la mano che si stringe alla sua e non lo lascia più.

Il suo itinerario può essere anche il nostro.
Chi è per te Gesù? Le lenti con cui leggi il suo Mistero gli rendono verità oppure la distorcono? È evidente che Gesù per noi è Figlio di Dio, forse troppo evidente a rischio di diventare scontato e non bruciarti più addosso. C’è un’abitudine che ci fa perdere il senso dello scandalo nel dire che Gesù è Dio. Dobbiamo recuperare la certezza che lui non sia solo un’idea ma è stato accadimento nella storia, che i suoi passi hanno davvero calcato il proscenio di questo mondo. E la sua Parola, come quella di un profeta, sa dare un senso al nostro cammino, tocca il nostro oggi. Gesù è Dio per te, ha a che fare con la tua vita, ha una direzione di novità che colora i tuoi giorni. È anche accadimento nella tua storia, vocazione ad una vita diversa, è un tu con cui relazionarti e da cui lasciarti incontrare.

Il cieco, per questa nuova fede, viene cacciato fuori, viene allontanato perché ha osato infrangere le convinzioni di chi pretendeva di sapere, perché viene avvertito come pericoloso e sovversivo.

Se lasci dilagare in te la luce del Vangelo preparati a pagare le conseguenze. Cambierà il modo con cui guardi te stesso e quindi il mondo. Tu non sei più semplicemente un individuo ma sei, con tutta la tua umanità, persona, porti in te, come marchio indelebile, il bisogno di una relazione con un altro che non può essere più un estraneo ma che ti è fratello: dalla sua felicità dipende anche la tua! E il bisogno di una relazione con l’Altro, un Dio che per te diventa Padre e smette i panni del Giudice severo e distaccato. E questo è pericoloso per chi vorrebbe confinare Dio in un oltre che non tocca la storia; per chi vede l’altro come un nemico o un concorrente alla tua realizzazione.

Fuori con Gesù il cieco nato probabilmente incontra la comunità di tutti i piccoli e i semplici che, come lui, sono la compagnia di Gesù.

Se anche tu hai il coraggio di uscire dal sistema delle convenzioni inizierai a guardare la Storia con lo sguardo degli ultimi sapendo che la debolezza è la forza di Dio e che devi mettere mano ad una rivoluzione che attende il tuo sì per ridare alla storia le coordinate della Storia della salvezza.

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