domenica 3 marzo 2013

terza di quaresima

Ogni volta che si legge questo passaggio di Giovanni mi colpisce sempre, all’inizio, la specificazione di questo gruppo con cui Gesù imbastisce il serratissimo dialogo che poi segue: questi uomini erano Giudei che avevano creduto in lui. Un’indicazione che non vedo solo come una precisazione che contestualizza il brano ma come un avvertimento per tutti quelli che si mettono alla sequela di Gesù…come quando nelle scatole dei medicinali, sul foglietto allegato, leggi le controindicazioni: poni attenzione perché la scelta di stare con Gesù e di seguirlo, di ascoltare la sua Parola o di partecipare alla vita della comunità, non ti pone al riparo da ipocrisie o non ti salva istintivamente: la fede ti deve condurre di conversione in conversione verso una meta di comunione, verso un orizzonte in cui fai della sua vita la tua vita, in cui ti lasci attrarre dall’Amore per essere anche tu amore!

Questi Giudei erano partiti da una presumibile situazione di prossimità a Gesù, si erano lasciati avvincere dal Vangelo, avevano iniziato a riporre le loro speranze in questo profeta di Nazareth, avevano investito la loro intelligenza e il loro affetto per fare spazio al nuovo che si imponeva. Eppure qualcosa a un certo punto si è inceppato. Prima di tradire probabilmente si saranno sentiti traditi da una Parola che si faceva di volta in volta più esigente. Forse per un motivo di fede: credere in Gesù come Figlio di Dio è altamente pericoloso perché significa immaginare che il cielo si sia squarciato e che quel confine invalicabile che separa il sacro dal profano sia stato valicato dal piede di un Dio che si fa prossimo rubando lo spazio di autonomia all’uomo; forse perché si sentono spiazzati da un atteggiamento che sta andando oltre le loro attese. Si aspettavano una rivoluzione in armi che sovvertisse il potere economico e politico ma questa non solo stenta ad arrivare ma si allontana sempre di più: Gesù ha già detto più volte di preferire ai segni del potere il potere dei segni e di volersi schierare con i piccoli ma non stando sopra di loro o al massimo dichiarando di essere per loro, ma unicamente facendosi come loro! Oppure forse tradiscono per un motivo sociale: sentono che Gesù, con il suo fare, si sta ponendo fuori dal sistema religioso, un sistema in cui tutto è ben definito, in cui ognuno ha un ruolo, in cui una Legge norma ciò che è giusto ma soprattutto vieta ciò che è sbagliato, un sistema in cui non devi inventarti di amare e fare quello che vuoi, un sistema che ultimamente ti dà sicurezza. In loro avverto la paura e sicuramente il Vangelo non era riuscito a fare breccia nella profondità del loro cuore.

E il brano prosegue con un rapidissimo distaccarsi delle due posizioni. È Gesù ad esigerlo. Lui si pone di fronte a loro: esaspera i contorni, mette in evidenza i punti deboli, chiede loro di smascherare le loro ipocrisie e le loro incoerenze come unico presupposto per fare spazio alla Verità e iniziare un cammino autentico, per questo spinge con le spalle al muro, esige una presa di posizione, non ha paura di restare solo. Lui non perde mai la calma al contrario di loro che invece, alla fine, in modo drammatico, segnano l’ultima e inesorabile distanza afferrando delle pietre per lapidarlo. Emerge la loro incoerenza e questo scatena la loro rabbia che si fa violenza.

Questo brano oggi ci obbliga a fare una sosta di riflessione sul nostro agire; possiamo dire che se vuoi fare Pasqua devi purificare la tua azione. L’azione, anche se non esaurisce in sè la tua verità, racconta chi sei e cosa si muove nel tuo cuore. Possiamo nascondere le nostre ipocrisie, possiamo mettere la maschera per darci l’aria di aver fatto nostro un certo stile e per sentirci al sicuro, possiamo nascondere fino ad un certo punto la nostra fragilità ma, presto o tardi, cosa si muove nel tuo cuore emerge.

Quali passi muovere se anche noi ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di liberarci dalle maschere e ci sentiamo scoperti nella nostra incoerenza.

Stai nella Parola, fatti mettere da Gesù con le spalle al muro: il dolore è solo necessario perché possa essere innestato qualcosa di nuovo. Ritrova la tua identità di figlio amato che non avevi mai perduto, e poi, di conseguenza, sommerso dalla Grazia, emergi come persona di fede, spendi i tuoi giorni per una certezza che altri non vedono ma che muove i tuoi passi verso un orizzonte diverso della vita. emergi come persona di speranza, osa sogni che profumano di futuro e, infine, diventa uomo di carità, progetta la tua vita sapendo che la tua felicità non può mai essere senza quella di un altro, sapendo che hai la vocazione di rendere questo mondo più bello di come l’hai trovato, cosa che nessuno potrà mai compiere al tuo posto.

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