Questi Giudei erano partiti da
una presumibile situazione di prossimità a Gesù, si erano lasciati avvincere
dal Vangelo, avevano iniziato a riporre le loro speranze in questo profeta di
Nazareth, avevano investito la loro intelligenza e il loro affetto per fare
spazio al nuovo che si imponeva. Eppure qualcosa a un certo punto si è
inceppato. Prima di tradire probabilmente si saranno sentiti traditi da una Parola
che si faceva di volta in volta più esigente. Forse per un motivo di fede:
credere in Gesù come Figlio di Dio è altamente pericoloso perché significa immaginare
che il cielo si sia squarciato e che quel confine invalicabile che separa il
sacro dal profano sia stato valicato dal piede di un Dio che si fa prossimo
rubando lo spazio di autonomia all’uomo; forse perché si sentono spiazzati da
un atteggiamento che sta andando oltre le loro attese. Si aspettavano una
rivoluzione in armi che sovvertisse il potere economico e politico ma questa
non solo stenta ad arrivare ma si allontana sempre di più: Gesù ha già detto
più volte di preferire ai segni del potere il potere dei segni e di volersi
schierare con i piccoli ma non stando sopra di loro o al massimo dichiarando di
essere per loro, ma unicamente facendosi come loro! Oppure forse tradiscono per
un motivo sociale: sentono che Gesù, con il suo fare, si sta ponendo fuori dal
sistema religioso, un sistema in cui tutto è ben definito, in cui ognuno ha un
ruolo, in cui una Legge norma ciò che è giusto ma soprattutto vieta ciò che è
sbagliato, un sistema in cui non devi inventarti di amare e fare quello che
vuoi, un sistema che ultimamente ti dà sicurezza. In loro avverto la paura e
sicuramente il Vangelo non era riuscito a fare breccia nella profondità del
loro cuore.
E il brano prosegue con un
rapidissimo distaccarsi delle due posizioni. È Gesù ad esigerlo. Lui si pone di
fronte a loro: esaspera i contorni, mette in evidenza i punti deboli, chiede
loro di smascherare le loro ipocrisie e le loro incoerenze come unico
presupposto per fare spazio alla Verità e iniziare un cammino autentico, per
questo spinge con le spalle al muro, esige una presa di posizione, non ha paura
di restare solo. Lui non perde mai la calma al contrario di loro che invece,
alla fine, in modo drammatico, segnano l’ultima e inesorabile distanza
afferrando delle pietre per lapidarlo. Emerge la loro incoerenza e questo
scatena la loro rabbia che si fa violenza.
Questo brano oggi ci obbliga a
fare una sosta di riflessione sul nostro agire; possiamo dire che se vuoi fare
Pasqua devi purificare la tua azione. L’azione, anche se non esaurisce in sè la
tua verità, racconta chi sei e cosa si muove nel tuo cuore. Possiamo nascondere
le nostre ipocrisie, possiamo mettere la maschera per darci l’aria di aver
fatto nostro un certo stile e per sentirci al sicuro, possiamo nascondere fino
ad un certo punto la nostra fragilità ma, presto o tardi, cosa si muove nel tuo
cuore emerge.
Quali passi muovere se anche
noi ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di liberarci dalle maschere e ci
sentiamo scoperti nella nostra incoerenza.
Stai nella Parola, fatti
mettere da Gesù con le spalle al muro: il dolore è solo necessario perché possa
essere innestato qualcosa di nuovo. Ritrova la tua identità di figlio amato che
non avevi mai perduto, e poi, di conseguenza, sommerso dalla Grazia, emergi
come persona di fede, spendi i tuoi giorni per una certezza che altri non vedono
ma che muove i tuoi passi verso un orizzonte diverso della vita. emergi come
persona di speranza, osa sogni che profumano di futuro e, infine, diventa uomo
di carità, progetta la tua vita sapendo che la tua felicità non può mai essere
senza quella di un altro, sapendo che hai la vocazione di rendere questo mondo
più bello di come l’hai trovato, cosa che nessuno potrà mai compiere al tuo
posto.
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