Gli altri anni, nella Messa in cui amministravamo le prime comunioni ai nostri ragazzi, partivo sempre con una domanda provocatoria ovvero domandavo se era il caso di mettere nelle mani di bambini così piccoli un Mistero così grande. Con un briciolo di esperienza in più, in realtà mettendomi meglio in ascolto di questi nostri piccoli compagni di viaggio, leggendo la loro emozione come un aprirsi del cuore per fare più spazio a Gesù, devo ammettere che quella mia domanda forse era un po’ troppo razionaleggiante! E allora provo a riformularla: sapremo raccogliere la sfida educativa che Dio ci lancia consegnandosi alle mani dei nostri bambini? Dio, e
Oggi è giorno di Pentecoste, la storia la conosciamo... Cinquanta giorni dopo Pasqua, come Gesù aveva promesso, il Cenacolo in cui i discepoli erano rinchiusi pieni di timore e di dubbi viene sconquassato e riempito della presenza dello Spirito. Accostando questa pagina, mi afferra sempre una malinconia strana perché vorrei che ogni nostra celebrazione trasformasse questa nostra comunità in quel cenacolo, che il vento dello Spirito ci facesse sussultare e trasalire di gioia perché abbiamo fra le mani il segreto che ribalta le sorti e le prospettive della storia: Gesù è risorto e l’amore vince la morte. Anche noi, con poche parole e con una gioia contagiosa, potremmo essere la primavera della Chiesa per la gioia del mondo!
Non c’è nulla di più creativo dello Spirito creatore. Più che un trattato sullo Spirito, bisogna vederlo all’opera per comprenderne la sua Verità. Paolo, nell’epistola, ci dà un’idea di quante forme può assumere lo Spirito quando il cuore dell’uomo lo asseconda. Vorrei aggiungere la mia testimonianza di quando l’ho visto all’opera proprio dietro l’angolo di casa mia o in mezzo ai cortili del nostro oratorio e della nostra Parrocchia. Vi invito a fare altrettanto e ad allungare questa lista: potrebbe essere un modo per abbandonare la lamentosità ed essere profeti di liete notizie in un monod che sta perdendo, colpo a colpo,
È lo Spirito che ha mosso due giovani a scegliere di amarsi fino a dare la vita nella vocazione del matrimonio. È lo Spirito che spinge due sposi, avanti con l’età, a rimettersi in gioco e a dichiararsi ancora amore per essere fedeli alla promessa fatta in passato.
È lo Spirito che quella sera ha spinto quell’adolescente, così pieno di dubbi di fede, a fare silenzio e a mettersi in preghiera davanti a Gesù.
È lo Spirito che ispira quella ragazzina a tornare a casa, in mezzo a tanti problemi, dopo
È lo Spirito che ispira il riscatto a quel giovane che ha già fatto il pieno di precedenti penali e che ora vuole imparare a volare alto aiutando chi è nel bisogno.
È lo Spirito la fedeltà di un sacerdote all’ordinario così pieno di monotonia o di prove frustranti.
È lo Spirito che fa fare follie agli educatori dei nostri ragazzi guadando lo sconforto e scommettendo sulla relazione senza risparmiarsi in nulla.
Ma le letture di oggi vogliono affinare il nostro fiuto e, ognuna di esse, ci racconta dove soprattutto puoi cogliere lo Spirito all’opera.
Nella comunione con Gesù. quando entri in preghiera, quando entri a casa Trinità e ti siedi alla tavola dell’Amore che sta fra il Padre e il Figlio, quando ti invade la pace perché scopri di essere amato e che non ti manca nulla, allora senti lo Spirito lavorare nel cuore e che la gioia è possibile.
La missione al mondo inventandosi nuove lingue. Quando scopri nella Chiesa, nella nostra comunità, in te stesso la voglia di essere missionario, di essere testimone allora ritrovi la forza dello Spirito che lotta perché la corsa del Vangelo non si fermi nelle ristrettezze e nelle paure. Lo Spirito dà alla Chiesa la capacità di inventarsi linguaggi nuovi per dire le cose di sempre, di porre segni chiari umili ed efficaci che parlano di Gesù all’uomo di oggi. Forse non si sta assecondando lo Spirito quando
Nella comunione fra i diversi ritrovi la potenza dello Spirito. Quando nella nostra comunità abbiamo il coraggio di superare le divisioni, di accogliere l’altro nel perdono e nell’amore che riscatta i suoi limiti, allora stiamo lavorando con il vento dello Spirito in poppa. Non saranno i progetti o le strategie pastorali più efficienti a restituirci il sapore del Vangelo ma la premura vicendevole fatta di sorrisi, di mani tese, di voglia di ricominciare daccapo anche se volentieri si getterebbe la spugna. Insomma, la scommessa delle relazioni ci porterà lontano.
Vieni, Spirito santo, e lotta in noi e per noi e a volte contro di noi per rinnovare la faccia della terra ma a partire sempre dalla nostra vita, dalle nostre case e dalla nostra comunità.
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