Celebriamo in questa domenica, che ci avvicina alla Pentecoste e il Vangelo, tutto centrato sul tema dello Spirito ce lo ricorda, la festa della nostra Parrocchia.
Il tema che insieme abbiamo scelto come guida è Un solo Signore, due vocazioni per continuare a dare eco all’anno sacerdotale indetto dal Papa non solo per lodare il Signore per il ministero dei sacerdoti ma anche per riscoprire il sacerdozio che tutti ci accomuna, la capacità cioè di essere nel mondo per santificarlo, per renderlo più simile al paradiso, anche nella vocazione al matrimonio e dunque alla famiglia.
L’augurio che possiamo fare alla nostra comunità è dunque che sia casa della comunione fra i diversi in cui riconosciamo come sorgente per la nostra vita il Signore Risorto, è questa via alternativa di comunione che ci renderà affascinati al quartiere e al mondo. E poi che la nostra sia anche casa delle vocazioni, in cui trovano compimento le scelte di vita dei grandi e possano maturare gli orizzonti di definitività dei nostri giovani. Senza una vocazione accolta e poi vissuta fino in fondo non c’è gioia.
Vorrei ora concentrarmi sul brano di Vangelo appena ascoltato. Aldilà dell’impatto alquanto difficile - qui siamo in una sezione del Vangelo di Giovanni in cui il discorso spicca il volo e ci conduce ad altezze di riflessione e di contemplazione da vertigine - ha due segreti da consegnarci.
Proviamo anzitutto a chiederci che cosa dice questa pagina.
I capitoli dal 13 al 17 sono detti i discorsi di addio perché precedono il racconto della Pasqua. In questi versetti Gesù parla di un’epoca nuova che si inaugura dopo la sua glorificazione, quella dello Spirito, che è in profonda continuità con il tempo della sua missione nel mondo. Lo Spirito illuminerà la mente dei discepoli, susciterà la fede, li aiuterà a rileggere la croce non come un incidente di percorso ma, unita alla risurrezione, come la rivelazione dell’amore di Dio al mondo.
Tre sono i verbi con cui è descritta l'azione dello Spirito.
1 guidare alla Verità. Lo Spirito è la mano stretta di Dio alla nostra che ci conduce in questo cammino di scoperta della Verità. La Verità la si conosce a poco a poco. Più ti giochi con tutto te stesso e più la comprendi. In ognuno di noi c’è un desiderio di Verità ma c’è anche la capacità di riconoscerla, discernerla e accoglierla.
2 lo Spirito parla per autorità di Gesù, è l'interprete fedele del suo messaggio
3 comunicherà ciò che sta per avvenire. Darà cioè ai credenti la consapevolezza profonda degli avvenimenti che stanno per accadere a Gesù e guiderà il discernimento dei discepoli negli avvenimenti della storia.
E dopo questo primo passaggio, il brano di oggi risponde ad una domanda: lo Spirito assicura la fede dei discepoli dopo il ritorno di Gesù nella vita del Padre, ma come sarà in sostanza il nuovo rapporto fra loro e Gesù?
La risposta è preceduta da una frase "misteriosa" "un poco ancora e non mi vedrete, un po' ancora e mi vedrete" che si ripete per tre volte prima di essere interpretata da Gesù stesso. I discepoli potranno rivedere Gesù dopo i giorni della Pasqua in cui sarà tolto a loro. Saranno giorni di gioia e di felicità piena, compiuta, dopo giorni di tristezza e di morte. In effetti loro faranno questa esperienza straordinaria che a noi non è dato di vivere ma che è solo il preludio della nuova presenza del Risorto nel presente di sempre. Non ci sarà mai un momento in cui Gesù non accompagnerà la sua Chiesa e noi suoi fratelli. Gli occhi dei discepoli e i nostri devono riconoscerlo. Il presente, per questo, diventa tempo di gioia infinita.
Ed ora eccoci ai due segreti che questo brano ci comunica.
Lo Spirito ci chiede di indossare delle lenti speciali per giudicare il tempo presente. Se è vero che ci introduce alla Verità, ci guida nella storia, ci aiuta a comprendere che anche qui e ora il Padre ci ama quanto la vita stessa del suo unico Figlio, noi dobbiamo guardare noi stessi, i nostri vicini, il mondo intero con uno sguardo di speranza e di benevolenza, di amore che tutto abbraccia, tutto perdona, tutto rinnova. Quali atteggiamenti di lamentosità o di critica negativa devo smettere per assecondare in me lo Spirito?
Il secondo segreto nasce proprio dalla certezza che Gesù è vivo ed è all'opera – ma noi ci crediamo davvero nel Risorto? – ed è un invito alla gioia più profonda, a lasciarci andare alla danza, alla certezza che non siamo soli e che le mani del Risorto stanno sul timone della nostra vita e della nostra storia con fermezza e audacia.
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