Siamo abituati a rappresentarla nelle nostre sculture come regina, con una corona sul capo. Oppure siamo abituati nell’iconografia orientale a vederla nella sua stasi fuori dalla realtà. Il concilio Vaticano II – di cui quest’anno ricorrono i 50 anni dall’apertura – invece la chiama madre e sorella che sei corsa avanti e ci hai preceduto. A lei non viene tolto nulla e noi la possiamo sentire più vicina, più amica. E il suo sentiero diventa praticabile e percorribile anche da noi anzi lei è pronta a prenderci per mano se non ce la facciamo a camminare in qualche passaggio difficile.
Il suo itinerario può essere il nostro: lei, la Vergine dell’ascolto, lei la madre del dolore, lei la Regina degli apostoli. Ogni nostra amicizia possibile con Dio nasce dall’ascolto della Parola e dal metterci nella sua mano sicuri che la sua volontà niente toglie alla nostra gioia ama anzi le dona uno slancio di eternità. poi viene il dolore, cieco, forte, le cui parole non possono esprimerlo come il suo ai piedi della croce. Ma non è l’atto ultimo ma solo il preludio di un finale di Gloria a cui si arriva per la croce ma senza il quale nessuna croce avrebbe senso perché sarebbe esasperazione del dolore e contrario alla logica di Dio.
2 il Mistero della Festa dell’Assunzione
di cosa ci parla la Festa dell’Assunzione. Il corpo
di Maria, dopo la sua morte, è stato preservato dalla corruzione. Lei condivide
già la condizione dei risorti con il suo Figlio in Paradiso. Non poteva, lei
che è l’Immacolata concezione, lei che è la Vergine e Madre, attendere la
risurrezione. La festa di oggi ci parla perciò del destino dell’umanità, della
dignità dell’uomo e del suo corpo. Quanto accaduto a lei sarà anche per noi. Noi
siamo destinati all’eternità, alla vita senza fine perché siamo unici e
irripetibili e la nostra risurrezione sarà conferma e proiezione all’eterno
delle nostre scelte nel presente. Quindi quando viviamo il nostro corpo con l’amore,
abbracci, sorrisi, mani pronte e a rialzare chi è caduto, piedi agili che
annunciano il Vangelo e sono là dove l’uomo soffre, tutto questo è segnato per
l’eterno e già profuma di eternità, anzi è l’unico modo per riscattare dalla banalità
i nostri giorni.
3 presagio di resurrezione: il
Magnificat
Come credere nella risurrezione
se non ne facciamo esperienza qui e ora? Siamo chiamati ad aprire gli occhi e a
raccogliere nella nostra bisaccia i segni di vita eterna che in abbondanza ci
circondano. Maria nel suo Magnificat ce ne dà una mappa.Ha guardato all’umiltà della sua serva, d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata Quando senti in te l’amore personalissimo di Dio nei momenti di preghiera e di ascolto, amore gratuito anzi non contrapposto alla tua debolezza, piuttosto che colma le tue ferite, che ti è dato in gratuità anche quando meno te lo meriti ti accorgi che la sua mano non può abbandonarti mai, e nemmeno nel passaggio della tua morte quando sarai davvero solo.
Ha rovesciato i potenti dai troni ha innalzato gli umili quando ti accorgi che aldilà di ogni sfruttamento, di ogni perversione che schiaccia i piccoli sono proprio loro a dare linfa alla storia, a incidere nei solchi dell’esistenza dei fratelli, loro con tutto il potenziale d’amore, e non i potenti, ogni volta che metti mano alla storia per riscattare chi è piccolo, affamato, disprezzato e povero allora stai anticipando il regno.
Madre e sorella, Regina degli
apostoli, tu che conosci il valore di ogni singolo atto d’amore corrici
incontro e fa’ che apriamo gli occhi ai segni di Paradiso che già ci circondano
e, per quello che spetta a noi, dcci di mettere mano a questo mondo perché venga
il regno, gli assomigli un po’ di più di come lo abbiamo trovato noi.
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