domenica 16 giugno 2013

IV dopo Pentecoste

Il ribaltamento dei termini nella lettura della storia della Salvezza: dire che Dio crede nell’uomo è più vero che dire che è l’uomo a credere in Dio. c’è un investimento di fiducia nella sua creatura, un surplus di Grazia che lascia lo spazio sempre ad una possibile conversione. E se è vero che nell’uomo abitano le tenebre, Dio sa scorgere ed evocare anche quel solo piccolo elemento positivo. È un vero e proprio educatore. Fa vibrare la corda positiva, fosse anche l’unica, per scrivere sul pentagramma del suo amore una melodia nuova.
La pagina mirabile di Caino e Abele. Alcune sottolineature come emergono dal testo

-          La nascita dei bambini, segno che Dio non si è stancato dell’umanità.
Dopo la caduta ecco la benedizione. Ogni vita che si affaccia a questo mondo è una scommessa sul futuro, è un segno di benedizione, porta in sé un carico di mistero, ti accorgi, se la guardi con lo sguardo del poeta, che non viene solo dalle tue mani ma in essa si nasconde il desiderio di Dio di continuare a dialogare con l’uomo e a scrivere nel nostro tempo una pagina in più della storia della salvezza.

-          Il male è accovacciato alla porta del cuore: non c’è nessuno di noi che è immune. Il segreto sta nella lotta e nel cercare di dominarlo
Nessuno di noi dica: queste cose non mi riguardano. La psicologia del profondo ci insegna che nei meandri del nostro cuore albergano tutti i vizi e domani possiamo cadere nell'adulterio, nella menzogna, nella calunnia, nell'invidia, addirittura nell'omicidio. Dobbiamo saperlo per non spaventarci e non smarrirci, dobbiamo sapere di avere in noi queste inclinazioni, che sono sempre alla porta anche se per grazia di Dio non abbiamo peccato. Nessuno dica: mi accontento di tenere a bada i peccati e le tentazioni. Non basta, perché se non voliamo alto cadremo, se non ci sforziamo di salire sul monte con Gesù saremo sempre un po' schiavi dei nostri vizi. È legge spirituale inesorabile che se l'uomo non tende più in alto cade più in basso; la tensione spirituale è tipica di ogni cammino di ricerca evangelica.[e]Per questo siamo chiamati a contemplare il volto splendente di Gesù sul monte. Lui solo può darci le ali ai piedi con cui superare le tentazioni gravi e sottili che riguardano l'intenzione profonda del cuore, perché la sua grazia è strapotente. (Carlo Maria Martini)

-          I sangui di tuo fratello…è morto Abele e con lui il mondo intero.
Il dramma dell’omicidio, meglio del fratello che uccide il suo fratello (ma ogni uomo è mio fratello) e di più dell’uccisione del giusto, di chi è innocente, di chi paga in modo gratuito la violenza dell’altro. Il testo letteralmente riporta questa dizione. Non il sangue ma i sangui. Con Abele è morta anche a sua discendenza, potenzialmente il mondo intero. Ecco perché chi salva una vita salva il mondo intero (cit. Schliender List, la scena con la consegna dell’anello con questa frase). Ma al contrario se uccidi un uomo uccidi l’intera umanità.  Ma Gesù ci ha detto che si può uccidere l’altro in tanti modi. Anche l’omissione o il non prendere posizione contro tutto ciò che accanto a noi o appena oltre l’orizzonte del nostro mondo che è chiuso nel suo egoismo e non si accorge che tre quarti dell’umanità sta morendo di fame, di stenti, di miseria. I care…a me interessa. Nelle nostre mani c’è un potenziale di vita e di morte e a noi tocca ogni giorno scegliere a quale dare spazio. E di tutto quello che io avrò compiuto o non compiuto mi sarà chiesto conto (cf. la pagina di Mt 25)

-          Il dialogo di Dio e il segno su Caino: l’incredibile Misericordia
Ma la cosa sorprendente è che ogni vita ha il suo valore e merita rispetto. Anche quella di Caino. Non c’è mai un momento in cui in modo definitivo si possa chiudere la partita della speranza. Spargere il sangue di Caino, anche in nome di una giustizia, significherebbe dare vita ad una spirale infinita di dolore e di vendetta. Per Caino inizia un esodo, un cammino di conversione. Anche per noi non c’è mai il momento in cui possiamo dire che non si può fare più nulla: c’è sempre un oltre di misericordia che ci attende. E se hai gustato nella tua vita almeno una volta la parola perdono comprendi quanto è importante dare libertà e futuro all’altro alle stesse tue condizioni.

una comunità così…una strada alternativa alla violenza. Una strada alternativa alla condanna
La comunità è il luogo del perdono. Nonostante tutta la fiducia che possiamo avere gli uni negli altri, ci sono sempre parole che feriscono, atteggiamenti in cui ci si mette davanti agli altri, situazioni in cui le suscettibilità si urtano. E' per questo che vivere insieme implica una certa croce, uno sforzo costante e un'accettazione che è un mutuo perdono d'ogni giorno.
Per uscire dalla violenza che ci rimbalza ogni giorno addosso e per abbozzare un sentiero di guarigione; per trovare la certezza di essere amato anche nei miei limiti e nei miei peccati e per rimettere la palla al centro per dare le ali al mio fratello che sente che la sua vita si è rattrappita per uno sbaglio; per levare l’ancora dal passato io ho bisogno della comunità.

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