domenica 10 gennaio 2010

Battesimo di Gesù

“Cercate il Signore mentre si fa trovare”
Non davanti a noi in avanscoperta, nemmeno dietro a chiudere le fila, non sopra le nostre teste per mantenere le distanze o sotto di noi per tramare a nostra insaputa… ma in mezzo a noi: ecco dove dimora il Signore da quando ha deciso di dare forma al sogno di comunione con noi sue creature. E se nella pericope della rivelazione ai Magi qualche giorno fa abbiamo celebrato l’audacia dell’uomo che si fa cercatore di Dio, oggi, in questa nuova Epifania di Gesù, è il Signore a muovere i suoi passi verso la nostra umanità e a lasciarsi trovare. È in fila fra i peccatori e attende paziente il suo turno per scendere nell’acqua, sta con chi dal peccato vuole rinascere a una nuova vita, lascia che questo desiderio di santità ma anche che le vicende di peccato profumino la sua pelle; come segno di partecipazione e di condivisione sta con la sua gente che ha fiutato l’arrivo del Messia come quando senti la primavera in un soffio di vento. C’è chi cerca Dio nella solitudine del deserto, c’è chi lo cerca sprofondando nel silenzio delle mura di un convento e c’è chi lo cerca nel frastuono delle vita di ogni giorno. Ma tutti lo troveranno quando avranno il coraggio di guardare al fratello che sta accanto e alla propria umanità perché lì il Signore ha piantato la sua tenda. Non bisogna fuggire lontano da se stessi, bisogna scendere nel proprio cuore per scoprire il volto di Dio: è in mezzo alle nostre domande più vere come risposta che ci mette in cammino e ci chiede fiducia; sta con le braccia allargate per accoglierci quando sbagliamo e cadiamo; ci attende con il sorriso sulle labbra quando ci attardiamo; è compagno discreto in mezzo alle nostre lotte e alle nostre mille difficoltà quando vorremmo mollare il colpo e gettare la spugna; si fa luce nella notte delle nostre sconfitte e delle nostre paure. C’è un’alleanza ormai tenace fra la nostra umanità e la sua presenza che resiste ad ogni colpo, anche duro, della vita.

Tu sei il mio figlio, l’amato.
Questa è la voce che Gesù sente e anche chi era presente in quel momento e lo Spirito si rivela abbraccio d’amore fra il Padre e il Figlio suo. E dalle rive del Giordano inizia un cammino in salita per dare amore ad ogni uomo nel segno della gratuità. Darà vino nuovo alle nozze di Cana, spezzerà il pane per una moltitudine di gente, raccoglierà chiunque si è perso nel cammino della vita e alla fine, perché la gratuità lo pretende, si farà lui Pane spezzato per tutti nel segno di una dedizione che non si risparmia in nulla. Ci si scopre amati per poi amare. E Gesù ha accettato totalmente la sfida e l’azzardo di questa vocazione. Anche su di noi, in Gesù, il Padre pronuncia questa parola di benedizione: anche noi siamo gli amati suoi figli. Tutto quello che in noi o attorno a noi cercherà di convincerci del contrario è falso e non merita attenzione. Il Nemico sa bene che quando smettiamo di credere di essere amati da Dio iniziamo un cammino in discesa. Da quell’abbraccio nulla potrà strapparci e anche oggi in questa Messa ci sarà confermato. Dunque dobbiamo ripartire dall’amore che Dio ha per noi per riversare amore sui nostri fratelli: è il nostro destino. E se a volte ci accorgiamo di essere a corto di passione è perché siamo a corto di fede. E se la fede viene meno è perché ci manca l’audacia della Carità.

Un tempo voi eravate i lontani… ma ora siete familiari di Dio
Oggi non possiamo dimenticare il nostro Battesimo. C’è stato fatto il dono della fede e ci scopriamo da quel giorno da sempre vicini a Dio tanto da essere suoi familiari, gente di casa, figli che possono vivere in libertà. Siamo stati immersi nell’amore di Dio e ricordare quell’evento significa avanzare nel nostro cammino di santità, significa lasciarsi prendere per mano dal Figlio e lasciare che lui modelli la nostra vita sui tratti della sua. E così, ognuno con la sua vocazione, potrà raccontare non a parole ma con i fatti la storia di Gesù al mondo. Anche noi saremo prossimo di ogni fratello, anche noi scommetteremo sulla gratuità senza timore di perderci, anche noi saremo strumenti semplici ma incisivi perché il mondo si trasformi nel Paradiso.

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